SANTA MESSSA
Nella Chiesa Arcipretale di S. Eliseo a Tesero animata dalle varie realtà corali e strumentali del paese.
A seguire il concerto.
E’ invitata tutta la popolazione. Ingresso libero.
La musica può donare ali ai vostri pensieri e illuminare la vostra anima di una luce eterna
(Platone).
Un po’ di storia…
La chiesa parrocchiale di Tesero si erge su di uno slargo in pendenza sopra la strada per la val di Fiemme. Essa è titolata a S. Eliseo profeta, unico caso nel territorio trentino.
La prima costruzione della chiesa risale probabilmente al 1130 e qualche anno dopo, tra il 1136 e il 1142 essa venne consacrata. Del primitivo edificio non rimane quasi nulla poiché la chiesa attuale è il frutto di una ricostruzione avvenuta nel 1450; l’8 maggio 1458 il vicario generale del vescovo di Trento, Albertino, la consacrò insieme all’altare.
In occasione della visita pastorale compiuta nel 1538 i sindaci riferirono che la “capella … omnia satis bene esse disposita”. Dagli atti relativi alla visita compiuta il 18 aprile 1580 si rileva la presenza al suo interno di sei altari: l’altare maggiore, dedicato al titolare, gli altari laterali dedicati alla Beata V. M. e a S. Sebastiano, tutti consacrati, e altri tre altari dedicati a S. Dorotea, S. Valentino e S. M. Maddalena. In quell’occasione i visitatori raccomandarono la stagnazione del vaso battesimale affinchè l’acqua “non si guasti e corrumpa” e richiesero la provvista di alcune suppellettili e paramenti sacri, ritenuti questi ultimi “pauca … trita et dessunta”.
Una simile richiesta fu rinnovata anche nel 1612 insieme anche all’invito di ingrandire la sacrestia. Un importante intervento sull’edificio avvenne verso la fine del XVII secolo, con la ricostruzione dell’abside e della sacrestia, intervento che vide la rimozione dell’altare maggiore che fu riconsacrato nel 1698. L’attuale altare maggiore, di marmo bianco venato di rosso, fu eretto nel 1732; nel 1804 fu sopraelevato il campanile.
Verso la fine del secolo XIX si pensò di costruire una nuova chiesa, essendo la vecchia ormai insufficiante per la popolazione e a tal fine si costituì un comitato. Il comune di Tesero, patrono della chiesa, attraverso i suoi rappresentanti diede incarico al neo costituito comitato di assumere progetti e preventivi di spesa. Fu incaricato l’architetto Emilio Paor, ma le autorità competenti respinsero il progetto ritenendolo sovradimensionato alle reali esigenze della popolazione.
Il progetto di una nuova chiesa rimase nel cassetto per molti anni, malgrado le lamentele del parroco don Vittorio Merler che nel questionario per la visita del 1911 definiva la sua chiesa “insufficiente per la numerosa popolazione di Tesero; è indecente, tutta in cattivo stato” e si auspicava che la necessità di un nuovo edificio venisse anche rilevata nel decreto vescovile.
Nel paese si formarono così due schieramenti: i contrari opponevano principalmente la questione economica e ritenevano sufficiente un prolungamento della vecchia chiesa; i favorevoli appoggiavano il parroco nell’idea di una nuova fabbrica. Le elezioni comunali del 1912 videro la nuova rappresentanza impegnata nella raccolta dei fondi necessari alla nuova costruzione, ma gli eventi bellici che seguirono impegnarono nel prestito di guerra tutto il fondo disponibile.
Nell’immediato dopoguerra il nuovo parroco, don Giovanni Battista Dellantonio, riprese il progetto dell’architetto Paor, rivisitato nella prospettiva di un ampliamento della vecchia chiesa. Nell’aprile del 1921 la rappresentanza comunale assegnò un importante contributo per l’esecuzione dei lavori e deliberò di mettere a disposizione del Comitato per tre anni il ricavato netto risultante dall’amministrazione dei benefici pii.
Si cominciò quindi a mettere in moto tutto il sistema necessario al reperimento dei materiali e ai contatti con le maestranze al fine di partire con i lavori già nella primavera del 1923. Purtroppo il progetto, che doveva essere approvato dall’Ufficio belle arti di Trento, fu respinto a causa di alcune divergenze sorte tra l’architetto Paor e il soprintendente dottor Giuseppe Gerola, il quale aveva esplicitamente invitato il parroco a rivolgersi ad altro progettista.
L’architetto Giovanni Tiella assunse il nuovo incarico e il suo progetto, approvato a Trento, ottenne nel luglio del 1923 anche l’adesione della giunta comunale; ottenuti i permessi relativi i lavori di ingrandimento della chiesa parrocchiale presero finalmente il via e si conclusero nella primavera del 1925. Nel questionario per la visita pastorale compiuta nel settembre 1926, il parroco affermò che “tutto fu fatto a opera del Comune e tutto senza far sentire che lo faceva come elemosina, ma con la persuasione del dovere”. Negli anni a seguire le energie si concentrarono su alcuni lavori di decorazione interna.
La chiesa possiede cinque altari: il maggiore, dedicato a S. Eliseo, e i laterali dedicati alla Madonna del Rosario, a S. Giuseppe, al S. Crocifisso e al S. Cuore di Gesù; nel campanile vi sono cinque campane consacrate nel 1922.
Il 29 2 / 3 giugno 1947 la chiesa di S. Eliseo ottenne il titolo onorifico di arcipretale e i suoi parroci quello di arcipreti.
Il santo patrono si festeggia il 14 giugno.
In applicazione alla legge n. 222 del 20 maggio 1985 e ai DD.MM. del 21 marzo 1986 e 30 dicembre 1986 l’ente fu estinto e il suo patrimonio confluì nell’ente “Parrocchia di S. Eliseo di Tesero”.
Presso la parrocchiale, nella piazza antistante, si trova la chiesetta cimiteriale di S. Rocco costruita nel 1528 forse per voto dopo la pestilenza che nel 1515 imperversò nella valle. La cappella, titolata inizialmente ai Ss. Rocco e Sebastiano, fu consacrata il 25 ottobre 1538. La facciata è interamente affrescata e protetta da un’ampia tettoia di legno costruita recentemente a protezione degli affreschi. L’allegoria centrale rappresenta una importante testimonianza dell’arte popolare trentina e racconta la profanazione del riposo festivo. All’interno sono conservati altri affreschi del XVI secolo e un altare ligneo del 1600, riconsacrato il 31 luglio 1749 in onore dei Ss. Rocco e Alessio.
Con il passare dei secoli la chiesetta andò in disuso e nel questionario per la visita pastorale del 1911 il parroco dovette rilevare che “la cappella è usata come ripostiglio di attrezzi di chiesa e di cimitero” (14). In occasione dei lavori di ingrandimento della parrocchiale, l’Ufficio belle arti di Trento stabilì di restaurarla, ma si dovette aspettare fino al 1942 per vederla restaurata, ripulita e liberata da oggetti e umidità. Il 17 luglio di quell’anno fu possibile celebrare la messa, come viene fatto ogni anno nella festa del titolare (16 agosto).