Martedì 17 Luglio 2018
“Si sta come d’autunno…” la Grande Guerra.
Canti, testi e immagini per non dimenticare
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Un po’ di storia…
Dopoguerra e memoria
Alla fine della guerra, scomparso l’Impero austro-ungarico, il Trentino entrò a far parte del Regno d’Italia.
Il paesaggio del Trentino appariva trasformato dalla costruzione di fortificazioni e campi trincerati, dal disboscamento, dalle esplosioni e dalle azioni belliche.
Dalla Valle di Sole alla Valle del Chiese, dalla Valle di Ledro all’Alto Garda, dalla Vallagarina alla Vallarsa, da Lavarone e Luserna alla Valsugana e al Primiero, un centinaio di paesi e di borgate che si trovavano nella “zona nera” risultarono distrutti o gravemente lesionati. I profughi e i soldati che tornavano nei propri paesi trovarono edifici danneggiati, abitazioni e cantine saccheggiate, campagne, pascoli e boschi disseminati di ordigni inesplosi e di reticolati.
La ricostruzione, assistita dal Genio militare italiano, iniziò rapidamente e permise nell’arco di un paio di anni di riparare alcuni dei danni più gravi prodotti dalla guerra. La ripresa della vita civile ed economica fu lenta e complicata, a causa del nuovo assetto istituzionale in cui il Trentino si venne a trovare, del cambio della moneta, del mutamento delle principali relazioni commerciali.
La costruzione di una memoria pubblica dei caduti trovò anche in Trentino un grande spazio. Il ricordo dei più di 11.000 trentini caduti in divisa austro-ungarica fu invece ostacolato dal nuovo Stato italiano che non seppe riconoscere la situazione in cui il Trentino si era trovato. Vennero invece celebrati i caduti volontari nell’Esercito italiano ed in particolare Cesare Battisti , Fabio Filzi e Damiano Chiesa, catturati nel 1916, mandati al patibolo nel Castello del Buonconsiglio.